Ero circondato da parenti, bambini e amici che erano venuti da ogni parte. Non era un giorno come tutti gli altri, ma un giorno speciale: dopo poco sarei partito per andare lontano a studiare. Ero molto emozionato: i bambini cantavano festosi per salutarmi e gli amici mi dicevano: "Ci mancherai, Mganga!"
Era il giorno dei ricordi: quando da piccoli nel villaggio io e i miei fratelli, seduti intorno al fuoco ogni sera ascoltavamo le vecchie storie e le favole che ci raccontava nostro babbo, mentre ci divertivamo a guardare il cielo pieno di stelle e ognuno ne sceglieva una. All’improvviso nel cielo passava un aereo che faceva tremare la nostra capanna. E ogni volta nostro babbo ci ricordava che per salire su quell’aereo si doveva studiare tanto: solo così un giorno saremmo riusciti a prenderete quel volo.
Finalmente era arrivato per me quel giorno che avevo sognato fin dalla mia infanzia. Avevo paura perché non sapevo quanto sarebbe stata difficile la vita fuori dal mio paese, non conoscevo la lingua e neppure le abitudini del "nuovo" popolo. Ero spaventato ma con la testa piena di pensieri: troverò amici in quel posto lontano? Conoscerò i miei vicini? Avrò tempo per fare ogni cosa? Da piccolo credevo che in Europa tutte le persone vivessero in alti palazzi e che non ci fosse lo spazio per coltivare un orto e per giocare.
Ma poi ho messo da parti i pensieri e ho dato spazio alla realtà. Ci siamo … si parte. E insieme a due Rafiki ci siamo avviati verso l’aeroporto di Dar Es Salaam. Il viaggio in aereo è stato bellissimo: guardavo incuriosito dal finestrino ed ero sorpreso nel vedere il mondo dal cielo! Chissà se il nostro aereo passerà sopra il mio villaggio. Avrei voluto vedere e salutare la mia gente da lassù: già mi mancavano molto. Ero molto felice di fare quel viaggio così lungo a bordo di quel volatile gigante con più di duecento persone: sembrava impossibile ma era tutto vero.
La mia "nuova vita" era iniziata: non mi sarei mai aspettato di trovare a Roma così tanti amici, conosciuti in Tanzania, arrivati da diverse parti d’Italia. Un’accoglienza davvero calorosa che mi sentivo già a casa! Ora toccava solo a me: l’università era fondamentale. Le difficoltà di inserirsi nella società, legate al fatto di non sapere bene la lingua, erano evidenti, ma avevo già instaurato un rapporto da tanto tempo con i ragazzi del Gruppo Rafiki, e questo mi ha aiutato molto per la mia integrazione. Più di dieci anni sono passati da quel giorno speciale: il giorno in cui ho realizzato il mio sogno di andare in Italia.
Francis Mganga