All’inizio quando mia sorella Nancy mi coinvolse nella decisione di creare il Gruppo Rafiki e portarlo a Haubi dove noi siamo nati e cresciuti, ero scettico e non lo vedevo facile da realizzare. Fin da piccolo ero abituato a vedere gruppi di italiani che rimanevano abbastanza isolati nella parrocchia e non avevano contatti con noi cittadini di Haubi.
Piano piano però abbiamo iniziato a parlare della nostra idea con gli amici dell’università e con i nostri compagni di casa; inaspettatamente e in breve tempo siamo riusciti a organizzare la nostra prima avventura a Haubi con il Gruppo. Tornando a Haubi con il Gruppo Rafiki mi sono quasi sentito straniero, dopo due anni che vivevo in Italia. Oltretutto abbiamo iniziato la collaborazione con le scuole proprio da Kuuta, dove ho frequentato i sette anni di elementari e in cui ho ritrovato i miei ex maestri, che ricordavano molto bene tutte le mie avventure scolastiche. Lavorando tutti i giorni insieme è stato quasi naturale approfondire rapporti e amicizie con i ragazzi del Gruppo.
Il rapporto con Mbula, che è da poco mia moglie, è iniziato proprio così: dalle chiacchiere sotto il cielo di Haubi, dai lavori condivisi a scuola e dalle gite in montagna a camminare tutti insieme. Rientrando in Italia il Gruppo ha continuato a riunirsi e a cercare una forma più organizzata per migliorare gli interventi a Haubi. La storia con Mbula, però, anche lontano da Haubi è cresciuta e mi ha accompagnato fino ad oggi, attraverso le lauree e le difficoltà quotidiane.
Concludo dicendo: "Viva i cittadini di Haubi, considerati da tutti i tanzaniani, come un popolo molto morbido… evviva l’indole Mrangi!"
Zoe Msami